Mentre Carmelita Cianci scrive il suo articolo sul pranzo di Natale, suggestionata dal ricordo di Parenti serpenti (1992) di Mario Monicelli LEGGI, la piattaforma Netflix, proprio nel periodo delle vacanze natalizie, manda in visione il film nella versione restaurata. Una coincidenza che sicuramente rafforza la nostra impostazione editoriale su come il cibo sia un "fatto culturale" ma anche come l'opera costituisca un omaggio eterno alla identità della tradizione culinaria abruzzese. La vicenda storica che ha ispirato il ciak fu scritta da Carmine Amoroso che, però, aveva ambientato l'intera vicenda a Lanciano, in provincia di Chieti. Il regista romano venne, invece, folgorato dalle spettacolarità architettoniche della città di Sulmona ed è qui che venne girata l'intera pellicola. Ad eccezione degli interni della Chiesa di Santa Maria della Tomba che, nella realtà, sono quelli di Santa Maria Maggiore di Pacentro, sempre nell'aquilano.
SULMONA E SAPORI, SOLO PARENTI
Considerato che le portate del pranzo di Natale sono state dettagliatamente rappresentate, in questo numero di gennaio, vi vogliamo rimandare alla lettura delle tradizioni enogastronomiche che caratterizzano Sulmona e di cui ci parla la stessa Cianci. LEGGI.
La Valle Peligna a cui si fa riferimento, infatti, è denominata anche Conca di Sulmona e la città, rinomata per i suoi confetti o come patria del poeta Ovidio, qui nato il 20 marzo del 43 a, C., è di fatto il diamante dell'intero altopiano.