Parenti serpenti di Mario Monicelli, su sceneggiatura di Carmine Amoroso, è stato girato interamente a Sulmona. Le scene corali della pellicola, al di fuori della casa di nonno Saverio (Paolo Panelli) e nonna Trieste (Pia Velsi) vengono girate nei luoghi che sono diventati, nel tempo, meta di visita, soprattutto per i cinèfili appassionati dell'Abruzzo!
Il film si apre al racconto della voce di un bambino, Mauro (Riccardo Scontrini), nipote di Saverio e Trieste: nel presentare quei luoghi l'inciso nostalgico è universale: il paese più bello del mondo è il paese dei miei nonni.
Ripercorriamoli insieme.
CORSO OVIDIO e PORTA NAPOLI
Corso Ovidio è la via principale del centro storico di Sulmona ed è nata proprio sull'originale cardo romano, la strada che percorreva il territorio da nord a sud e che conduceva direttamente a Napoli, capitale del Regno: Piazza Garibaldi - dove stazionò Garibaldi diretto a Caprera- ne abbraccia la fine con l'acquedotto voluto da Manfredi, figlio dell'Imperatore Federico secondo di Svevia. Siamo nel XIII secolo ed è sotto la dominazione degli Svevi che Sulmona conosce un vero boom demografico tanto da rendere necessario la costruzione di un ulteriore cinta muraria che contenesse nuove case. Fu proprio in questo periodo che viene costruita Porta Napoli, la più monumentale delle porte di accesso alla città e vero scrigno di bassorilievi di epoca romana con scene di caccia e riti sacrificali.
PALAZZO SARDI
La scuola che, Mauro riferisce, è stata frequentata da sua mamma è in realtà Palazzo Sardi, sulla via Marselli che conduce al nucleo storico di abitazioni: il palazzo deve il nome alla nobile famiglia Sardi che si stanziò in Abruzzo al seguito del vescovo Lotto Sardi,intorno al 1420. Oggi ospita il Museo di Storia Naturale composto da in tre sezioni, una entomologica (vasta collezione di farfalle, perlopiù di provenienza locale, e un gran numero di disegni a carattere naturalistico), una mineralogica (oltre 1.100 campioni provenienti da tutto il mondo) e una sezione dedicata ai fossili (rari campioni di trilobiti, rettili, vertebrati, cefalopodi da varie parti del mondo)
CHIESA DI SAN FRANCESCO DELLA SCARPA
La chiesa che Mario indica voluta proprio dalla Madonna irrompe nello schermo: è San Francesco della Scarpa costruita sui resti della antica casa di culto dedicata a Maria Maddalena. Restaurata nel 1290, viene distrutta dal terremoto della Maiella nel 1706: i resti originali sono l'abside ed il monumentale portale laterale, con una forte strombatura che ospita nella lunetta un affresco della Madonna con bambino tra San Francesco e la Maddalena.
PIAZZA XX SETTEMBRE. tra Ovidio ed il Gran Caffè
La voce e gli occhi scorrono grazie all'obbiettivo che si muove tra la gente che cammina: arriviamo in Piazza XX Settembre dove ci sono la Statua di Ovidio ed il Gran Caffé.
La statua di Ovidio, realizzata dallo scultore Ettore Ferrari, fu posta il 20 aprile del 1925 in presenza di Sua Maestà il Re. Sul basamento della statua è possibile ancora leggere i versi dei Tristia: Qui giaccio io, Nasone, che scherzando, cantai teneri amori e trovai la morte per il mio talento. Non ti sia di peso, o passante, se mi hai amato, dire: le ossa di Nasone abbiano dolce riposo.
LA CASA DI FAMIGLIA
La casa dei nonni si trova in via Manlio D'Eramo 45: le immagini tracimano gli odori, le atmosfere, i profumi dei ricordi di chi ha avuto la fortuna di avere una casa dei nonni dove trascorrere le vacanze. I centimetri di crescita finiscono per significare il rammarico di dover abbandonare il lettone dei nonni per passare a dormire in una brandina o nel lettino sottratto agli zii. La neve scende copiosa: il film immortala una Sulmona ricoperta da quella che viene definita l'oro bianco e che rende magico ed altamente turistico il territorio ma che,a causa dei cambiamenti climatici globali, diventa sempre più difficile vedere.
CHIESA DI SANTA MARIA DELLA TOMBA
Dove nel film tutta la famiglia si reca per ascoltare la messa di mezzanotte:la facciata rettangolare di tipo romanico-gotico è arricchita dal portale di impianto gotico, sovrastato da un grande rosone. In realtà se per gli esterni questa facciata era congeniale, per le scene interne Monicelli scelse la chiesa di Santa Maria Maggiore di Pacentro, a 10 km di distanza da Sulmona.
(Sabrina De Luca)