di: Terre d’Abruzzo

Montonico

Vitigno alle falde del Gran Sasso

La fonte più risalente sulla presenza di quest'uva in Abruzzo, è il Catasto Onciario del 1615. Successivi documenti ne riportano le caratteristiche che connotano ancora oggi questa pianta: una struttura vigorosa, grandi grappoli di forma allungata con acini giallo-verdognoli, grossi e tondi. La buccia spessa di questi ultimi da sempre ne garantisce la buona conservabilità, rendendo l’uva ben adatta per le scorte invernali e per l’appassimento. Dal 2015 è riconosciuta come Presidio Slow Food.

UVA MONTONICO

Complice anche l’avvento della fillossera, a partire dagli ‘30 del 1900, la coltivazione del Montonico inizia a diminuire e a ridursi notevolmente anche come estensione territoriale. L’uva, che aveva costituito la fortuna dei coltivatori alle pendici del Gran Sasso, grazie anche alla adattabilità sin oltre i 400 metri di altitudine, viene via via soppiantata da altri vitigni. Oggi si assiste ad una nuova valorizzazione. Alcune famiglie della zona lo utilizzano ancora, per ottenere, in seguito a riduzione, il tradizionale mosto cotto protagonista di numerosi dolci teramani.

Il Montonico viene vinificato fermo, ma anche spumantizzato con metodo classico e charmat. A connotarlo sono il basso grado zuccherino, la spiccata acidità e i profumi floreali e minerali.

AREA DI PRODUZIONE

Grazie al lavoro di studiosi appassionati ed all’impegno di giovani agricoltori della zona, il Montonico gode di un rinnovato interesse in particolare nell’area di Bisenti, dove ogni anno, tra fine settembre e inizio ottobre, in concomitanza con il periodo di raccolta, si celebra la festa dell’Uva e del Vino Montonico.

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