Francesca Valente e il Montonico di Bisenti
La vita è spesso fatta di corsi e ricorsi storici. Come quelli che legano Francesca Valente, giovane imprenditrice agricola, alla sua Bisenti e all' uva Montonico.
La nostra storia inizia alla fine degli anni ‘80, ma quella che intreccia il borgo teramano nell’alta valle del Fino a questa varietà autoctona di uva ha radici ancora più lontane. Il montonico, attestato nelle fonti locali del Seicento, e probabilmente già noto in epoca romana, per molti secoli ha costituito un’importante - se non la principale - fonte di sostentamento per i bisentini, sia come bene di consumo che merce d’esportazione.
Sono state, la fillossera prima e il progressivo spopolamento delle terre poi, a far cadere progressivamente nell’oblio questa antica cultivar, che oggi è oggetto di un brillante progetto di recupero, soprattutto grazie all’impegno di diversi giovani imprenditori locali, come Francesca Valente.
“Quando ero piccola - ci racconta Francesca, classe 1983, oggi alla guida dell’omonima azienda agricola - non volevo andare all’asilo per passare più tempo con mio nonno, che all’epoca aveva già una sua visione dei giovani e del futuro. Insieme a un gruppo di amici aveva fondato la prima cooperativa sociale con l’obiettivo di salvare il montonico ed i vigneti. Si deve a loro, circa vent’anni fa, la prima sperimentazione di spumantizzare questo vino. Venivano dalla guerra, erano convinti che solo un’azione incisiva avrebbe potuto salvare quell' enorme patrimonio culturale".
E così è stato. Ma facciamo un passo avanti. Francesca si laurea in scienze e tecnologie alimentari, lascia l’Abruzzo e prosegue con un master in marketing del sistema agroalimentare, settore che da sempre la affascina. Poi la svolta: “Ad un certo punto mi sono accorta che ragionavo come mio nonno, che lui e i suoi amici avevano ragione. Che era tempo di tornare nella mia Bisenti, per il mio montonico”.
Il richiamo di quella terra e delle sue tradizioni si fa tanto forte che Francesca torna e decide di costruire da zero il suo progetto. Così, con il sostegno della famiglia, nel 2014, acquista i primi terreni e apre l’azienda agricola, che oggi conta dieci ettari, di cui tre a vigne di montonico. Nel frattempo un dottorato di ricerca a Teramo, un’esperienza di lavoro come commerciale in una società, l’abilitazione all’insegnamento. E intanto l’azienda arriva in produzione, ma la nostra vignaiola non si ferma qui.
Salvare un prodotto per salvare l’economia locale
“Avevo ancora un cruccio - racconta Francesca- Salvare il montonico era importante, ma non sufficiente: più di ogni altra cosa dovevamo preservare il legame di quest’uva con il suo territorio”. Un legame antico che basava sull’uva stessa, più che sul vino, la fortuna dei bisentini che di questi grappoli grandi, corposi e resistenti facevano consumo e commercio e, ancora oggi, ne ricavano aceto, mosto cotto e uva passita. E non solo: nel montonico viene da sempre sciolto il caglio del pecorino dai vicini casari tra Bisenti, Arsita e Farindola.
La soluzione arriva quando Francesca viene a conoscenza dell’Arca del gusto, il portale di Slow Food che censisce i prodotti agroalimentari e le tecniche tradizionali che in tutto il mondo rischiano di scomparire. Dopo approfondite ricerche e grazie al sostegno del Gal Terre d’Abruzzo, nel 2015 l’uva montonico conquista il riconoscimento di Presidio Slow Food.
Una bella storia di rinascita, della bimba che seguiva il nonno Francesco in campagna e della sua amata uva. Che oggi prosegue non senza difficoltà.
“Essere donna nel mondo produttivo attuale - afferma l'imprenditrice - è difficile. Le responsabilità sono tante e le agevolazioni poche per chi, come me, porta avanti insieme la famiglia, i figli e il lavoro. Dopo il Covid in particolare, con la chiusura dei ristoranti, che rappresentano il nostro principale mercato, non è stato facile. Ma ho messo in pratica tutto quello che avevo imparato nel mio percorso e oggi vado avanti: una nuova strategia di marketing, una buona organizzazione, e poi la forza di saper creare reti solide con gli altri produttori locali”.
Insieme a Francesca, a vinificare il montonico, è infatti Matteo Ciccone, ma anche Riccardo Degnitti per l’agriturismo Domus; il fornaio e mastro ciocciolatiere bisentino Ezio Centini lo impiega nei dolci, come i tradizionali uccelletti di Sant’Antonio; i produttori di pecorino di Farindola continuano a usarlo per realizzare il loro formaggio unico al mondo.
Restituire un prodotto al suo borgo significa ricostruire la filiera economica che sullo stesso si basava, ed è quello che il gruppo di produttori ha in cantiere con nuove progettualità.
Azienda Agricola Francesca Valente
via A. Gasbarrini 49, 64100 Teramo
Tel: +39 320 1547875
Email: info@agricolavalente.com