di: Carmelita Cianci

Passerina

Vitigno che regala ai vini un’acidità importante.

Vitigno a bacca bianca che appartiene alla grande famiglia dei trebbiani, originario della fascia adriatica del centro-Italia. Per molto tempo è stato confuso con altri vitigni, spesso associato al Bombino bianco e al Trebbiano Toscano. 

PASSERINA

Il suo nome deriva presumibilmente dal fatto che spesso i passeri ne beccano gli acini attirati dalla qualità della polpa.

E’ conosciuto anche come Uva passera, Trebbiano di Teramo, Campolese, Caccione, Trebbiano dorato, Trebbiano scenciato.

La Passerina è un vitigno vigoroso, con rese buone e costanti. Viene vinificato sia assemblato che in in purezza, e regala ai vini un’acidità importante che lo rende un buon vino da invecchiamento.
Viene generalmente anche spumantizzato e apprezzato come passito.

In purezza i vini Passerina hanno colore giallo paglierino, al naso spazia dalla frutta tropicale agli agrumi, con note mielate e a volte erbacee, finite da spezie. Al palato emerge l’acidità, ma è sempre equilibrata da una certa sapidità e un finale amarognolo.
Come vino dolce presenta aromi di frutta secca e note speziate di caramello e vaniglia.

AREA DI PRODUZIONE

Tutta la regione, in particolare nella provincia di Teramo e nel pescarese. 

IN CUCINA/ABBINAMENTI

La Passerina in purezza è perfetta come aperitivo, si abbina con antipasti di mare, minestre, primi piatti e secondi di pesce, carni bianche e formaggi di media stagionatura.
Temperatura di servizio 10°/12°.

 

 

 

[Crediti | Foto di Golosario del Vino]

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