Ottenuto dalla vinificazione di uve della grande famiglia dei Trebbiani, a cominciare dal Trebbiano Abruzzese, così come dalla Passerina o dal Bombino Bianco e dal Toscano, il Trebbiano ha una lunga tradizione in Abruzzo.
TREBBIANO D'ABRUZZO
Il Trebbiano d'Abruzzo viene già menzionato nel XVI secolo: Andrea Bacci, nella sua opera “De naturali vinorum historia” segnala la presenza nel Fucino e nell’area Peligna di un vino ottenuto da uve Trebulanum, vitigni noti in Italia e in Abruzzo sin dall’epoca romana.
Il “Vinum Trebulanum” citato da Plinio il Vecchio, stava ad indicare il “vino di paese” o “vino casareccio” prodotto nelle fattorie di campagna.
Del vitigno Trebbiano abruzzese, invece, abbiamo un’ampia letteratura nel corso dell’800, conosciuto anche come Camplese, varietà diffusa nelle valli del Tirino, Subequana e Peligna.
Un gran numero di vitigni hanno la denominazione di Trebbiano, spesso accompagnato da un nome geografico che dovrebbe indicare il luogo di origine o di maggior diffusione, ma soprattutto in passato tentare di descriverne le differenze era difficile.
Per molti anni il Trebbiano abruzzese è stato confuso con il Bombino bianco tanto che nel disciplinare di produzione del “Trebbiano d’Abruzzo” approvato nel 1972 era indicato che il vino “deve essere ottenuto dalle uve provenienti da vigneti composti dai vitigni Trebbiano d’Abruzzo (Bombino bianco) e/o Trebbiano toscano…”.
Questi vitigni costituiscono di fatto la base fondamentale del vino bianco a denominazione più importante e diffuso in Abruzzo, il cui disciplinare è stato più volte adeguato per meglio rispondere alle esigenze di un consumatore sempre più attento alla qualità.
Il disciplinare attualmente recita che il Trebbiano d’Abruzzo DOC si ottiene da uva Trebbiano Abruzzese, Trebbiano Toscano e altri vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nel territorio regionale (da soli o congiuntamente fino a un massimo del 15%).
Nelle sue caratteristiche sensoriali il Trebbiano d’Abruzzo si presenta con colore giallo paglierino e si distingue per il suo bouquet di fiori e frutta. All’assaggio è di corpo leggero, sapido, fresco e perfettamente equilibrato. Il finale è persistente, con un leggero retrogusto mandorlato.
AREA DI PRODUZIONE
Tutta la regione.
IN CUCINA/ABBINAMENTI
Antipasti di verdure, pesci d’acqua dolce e di mare, uova, fritture.
Il Trebbiano d'Abruzzo è protagonista anche come ingrediente per diverse ricette come la pizza scima e i celli pieni.
Temperatura di servizio 10°/12°.
[Crediti | Foto di www.sangroaventinoturismo.it]