di: Carmelita Cianci

Mugnoli di Pettorano sul Gizio

Rapestri che discendono dalle cime di rapa pugliesi

Coltivati nei campi pianeggianti di Pettorano sul Gizio, nei piccoli orti lungo l’antico tratturo, i mugnoli, che discendono dalle cime di rapa pugliesi, sarebbero arrivati in Valle Peligna con la transumanza. Quando a giugno i pastori rientravano dalla Puglia, erano soliti impiantare presso gli stazzi piccoli orti domestici dove seminavano soprattutto i mugnoli.

I MUGNOLI

I Mugnoli di Pettorano sul Gizio

Si tratta di rapestri resistenti alle basse temperature e alle gelate invernali, ed è proprio il freddo a conferire a questo ortaggio tenerezza e sapore; a Pettorano i mugnoli hanno trovato il microclima ideale e un’importante risorsa idrica nelle acque del fiume Gizio, essenziale per l’irrigazione.

Le famiglie locali hanno tramandato, di generazione in generazione, le tecniche di coltivazione di questo ortaggio che risponde a un’importante tradizione: la semina avviene durante la prima luna calante dopo Ferragosto e la raccolta è fatta rigorosamente a mano nel periodo invernale e si protrae fino ad aprile da cui il detto locale: "Dopo Pasqua, mugnoli e predicatori non sono più buoni".
In questa coltura non si ricorre all’utilizzo di concimi chimici e antiparassitari poiché resistente ai parassiti e alle avversità climatiche.

 

AREA DI PRODUZIONE

Pettorano sul Gizio in provincia dell'Aquila.

IN CUCINA/ABBINAMENTI

Per via del sapore caratteristico i mugnoli sono molto ricercati in cucina e si possono apprezzare sia sbollentati e passati in padella che come condimento per i cazzariej (cazzarielli), gnocchetti di acqua e farina.

 

 

 

[Crediti | Foto di Azienda Agricola Fasoli]