ll Crocus Sativus Linneo, nome scientifico dello zafferano, è conosciuto e coltivato da millenni in alcune zone dell’Asia, della Spagna e dell’Europa centrale. La coltivazione nell’altopiano ai piedi del Gran Sasso iniziò nel XIII secolo, dopo che il monaco Santucci, un religioso domenicano originario di Navelli e grande appassionato di agricoltura, decise di portare nelle montagne dell’Abruzzo interno alcuni bulbi, i quali si adattarono al clima dando origine ad una delle qualità di zafferano più pregiate al mondo.
La pianta dello zafferano ha un’altezza di appena 12-15 cm, foglie lunghe e filiformi, che durante la fase di raccolta dei fiori sono lunghe circa 10 cm, ma a primavera possono arrivare fino a 40 cm e, anticamente, venivano usate come foraggio per gli animali. Il fiore di colore viola ha una forma a campana unita in basso e al suo interno vi sono tre filamenti di colore rosso scarlatto, gli stimmi, cioè lo zafferano vero e proprio.
La coltivazione dello zafferano è regolata da un preciso disciplinare: nel mese di agosto i bulbi madre vengono espiantati dal campo dove hanno riposato per un anno, completando la loro attività vegetativa e moltiplicandosi. Dopo una fase di mondatura e selezione, i bulbi figli vengono reimpiantati in un differente terreno, umido ma senza ristagni d’acqua, precedentemente messo a maggese o coltivato con leguminose.
La raccolta dei crochi viene fatta dalla metà di ottobre all’inizio di novembre, all’alba, quando il fiore è ancora chiuso, per preservarne le caratteristiche organolettiche. Nell’arco della stessa giornata si prosegue con la sfioratura e l’essicazione. La prima, il momento in cui si dividono gli stimmi dal resto del fiore, è una fase molto delicata da fare rigorosamente il giorno della raccolta del fiore per non compromettere la qualità del prodotto finale. L’ultima fase della lavorazione è l’essiccazione, in cui gli stimmi vengono posti in un setaccio che viene messo sulla brace di legna di quercia o di mandorlo, ad una temperatura di circa 40° per seccare la spezia senza bruciarla.
Lo zafferano è considerato un elisir di lunga vita per le sue proprietà: è uno degli alimenti più ricchi di antiossidanti naturali, carotenoidi, alfa-beta caroteni e vitamine del gruppo B che contribuiscono alla metabolizzazione dei grassi, rendendolo un ottimo digestivo. Riduce la pressione sanguigna e abbassa le quote di colesterolo e trigliceridi. Nell’antichità era utilizzato come antidolorifico e antinfiammatorio e la medicina moderna riconosce allo zafferano proprietà stimolanti per il sistema nervoso. Inoltre, sono in corso studi per approfondire recenti scoperte sulle sue proprietà antitumorali.