Tipico di Fara Filiorum Petri, il serpentone -nel gergo locale “lu serpendone”-, è un’antica preparazione invernale realizzata nel periodo della “maialatura” ovvero la macellazione del maiale. Per la farcitura del dolce un tempo era utilizzato il “sanguinaccio”, una miscela di zucchero, cioccolato e sangue di maiale.
Ancora oggi è preparato in occasione della festa di Sant’Antonio, il 17 gennaio. La notte prima a Fara vengono accese le “farchie”: altissimi fasci di canne realizzati dalle diverse contrade e lasciati ardere tutta la notte per rievocare e ricordare il miracolo del santo che salvò il paese dall’assedio francese nel 1799.
Il nome “serpentone” deriva dalla forma del dolce che ricorda quella di un serpente arrotolato su se stesso.
Ne esistono due versioni, una dalla superficie chiara ricoperta con una glassa di albume e zucchero, e un’altra più scura con cioccolato. Gli ingredienti base utilizzati sono gli stessi per entrambe le versioni. Negli anni, il sanguinaccio è stato sostituito dalla confettura d’uva.