IL PECORINO DI FARINDOLA
Tradizione vuole che la preparazione del pecorino di Farindola sia riservata alle sole donne che si tramandano la ricetta di generazione in generazione.
Dopo la mungitura il latte viene portato alla temperatura di circa 35°C aggiungendo siero innesto; raggiunta la coagulazione si procede all’aggiunta del caglio di maiale rimestando per qualche minuto, quindi avviene la rottura della cagliata, prima in parti grossolane e poi in piccoli grani. La massa è posta e pressata nelle fiscelle di vimini che disegnano sulla superficie le classiche striature. Dopo la salatura a secco, che avviene entro 48 ore, le forme sono lasciate a stagionare in vecchie madie di legno dove affinano da un minimo di 40 giorni fino a oltre un anno. La crosta viene trattata con un’emulsione di olio extravergine d’oliva ed aceto così da prevenire muffe, screpolature o rotture.
Il pecorino di Farindola si contraddistingue per i sentori decisi di essenze foraggere e lattei con una persistenza aromatica molto intensa; man mano che matura assume un gusto piccante che gli conferisce il caglio suino.