A Paterno, frazione di Campli in provincia Teramana, Vincenzo Cioti rappresenta la quinta generazione dell’omonima azienda agricola, avviata dai suoi trisnonni con la coltivazione della vite.

È il papà Filiberto, sempre al suo fianco nell’attività, a iniziare l’imbottigliamento intorno al 2000 e ad accrescere l’estensione dell’azienda e dei vigneti, trasmettendo la passione per la viticoltura al figlio che dal 2018 guida l’impresa familiare.

Dal 2008 l’azienda è certificata biologica e attualmente conta 30 ettari totali coltivati, di cui circa otto a vite. Dagli uliveti, pure aziendali delle varietà Carboncella, Frantoio, Dritta e Leccino è ottenuto l’olio extravergine di oliva. Nel resto dei terreni è praticata la rotazione e vengono coltivati grani antichi come senatore cappelli, rosciola, e solina.

Per la produzione del vino sono impiegate unicamente le uve aziendali: Montepulciano, Pecorino e Passerina, per ottenere le due linee produttive Pathernus e Alarius. Dalla volontà di Vincenzo e Filiberto Cioti di recuperare l’antico bagaglio viticolo locale, deriva poi l’Indigena, un vino bianco ottenuto grazie alla riscoperta e rimessa in produzione di vitigni ultra quarantenni attinenti al Grechetto e a un antico Trebbiano chiamato Campolese. 

Con le sole uve Montepulciano si ottiene uno dei prodotti di punta dell’azienda, il vino cotto, una rara e antica prelibatezza del territorio di Campli. 

I Cioti sono pure produttori e custodi dei semi della patata turchesa, un tubero tipico del territorio dell’area del Parco Nazionale del Gran Sasso, da alcuni anni riscoperto e tutelato.

Presso l’azienda, sita nel centro storico del paese, è possibile acquistare il vino, il vino cotto e l’olio extravergine. Su prenotazione, si organizzano visite e degustazioni guidate.