Indubbiamente il pecorino canestrato è il prodotto principale della Gran Sasso, che produce anche una vasta gamma di formaggi, tra cui la ricotta di pecora stagionata, che si ottiene dal siero del latte dopo la lavorazione del canestrato, il formaggio tipo marcetto, un formaggio tipico dell’aquilano che ricorda il cosiddetto ‘cac’ fracico’, oltre a carni e salumi di pecora.
“Oltre a produrre al meglio i prodotti tipici locali – prosegue Manuela –, abbiamo anche diversi ettari di coltivazioni a seminativo, principalmente asciutto, che, per valorizzare la fertilità dei terreni, viene alternato rotando le colture. Riusciamo così a produrre sia foraggio per integrare l'alimentazione degli animali, che cereali e legumi di montagna, tra cui le preziose lenticchie di Santo Stefano di Sessanio, anche queste presidio Slow Food”.
L’azienda, inoltre, fa parte del progetto Pecunia, “nato per impulso dell'ente parco nazionale del Gran Sasso in collaborazione con l'università di Teramo – sottolinea Manuela –. E avendo noi molti capi di gentile di Puglia, la razza più vocata alla produzione di un filato di altissima qualità, produciamo anche la lana, sperando che il mercato di quest’ultima continui a crescere per poter così integrare le attività di tutti i pastori del territorio”.
“Attualmente stiamo anche facendo degli investimenti per integrare la dotazione aziendale di impianti fotovoltaici e solari per raggiungere un’autosufficienza energetica che consentirà di produrre energia green oltre a garantire la sostenibilità dell’impresa che, come tutte, oggi si trova a dover sostenere costi energetici elevati”, conclude Manuela.
L’attenzione ai temi di sostenibilità ambientale e efficientamento energetico porta nel futuro l’azienda zootecnica Gran Sasso, mantenendo, però, con tenacia, le tradizioni e le produzioni tipiche castellane.