di: Carmelita Cianci

Zooristur, il progetto agro-pastorale di Italia e Pietro

A Barrea zootecnia, ricerca, sviluppo e turismo.

Zooristur è l’acronimo di zootecnia, ricerca, sviluppo e turismo, ed è l’ambizioso progetto di una giovane coppia: Italia Romano, ingegnere di origini campane con la passione per la natura e Pietro D’Annessa, allevatore con un passato nell’edilizia sostenibile.
L’idea viene concepita in pieno lockdown, nel marzo 2020, e in meno di due anni si concretizza.

Siamo alle porte del borgo di Barrea, a ridosso del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise. Qui Italia e Pietro acquistano e recuperano diversi terreni abbandonati - In molti casi risalire al proprietario è stata una vera e propria impresa, una ricerca per certi versi interessante - dice Pietro - molte delle persone che abbiamo sentito telefonicamente non sapevano nemmeno di possedere un terreno a Barrea, i loro antenati erano emigrati all’estero all’inizio del secolo scorso in cerca di fortuna, senza fare mai più ritorno - .
I terreni in questione una volta erano coltivati con cereali antichi e legumi, i confini erano delimitati dai muretti a secco, realizzati con le stesse pietre rimosse dai campi per fare spazio alle colture. E’ proprio quello che hanno fatto Italia e Pietro, hanno ripristinato quegli antichi muretti che oggi delimitano l’azienda agricola e quest’anno, a ottobre, torneranno a coltivare, con il foraggio, alcuni terreni incolti da oltre 50 anni.

AL PASCOLO CON PIETRO

Pietro D'Annessa
Zooristur
Zooristur
Al pascolo
Al pascolo
Al pascolo
Al pascolo

Le 270 capre di razza maltese, invece, sono arrivate in azienda nella primavera del 2021. Racconta Pietro - Quando sono arrivate, io e Italia siamo rimasti a dormire qui, in macchina, lo abbiamo fatto per 22 notti, non ce la sentivamo di lasciare le capre sole in un posto nuovo - .

Le capre escono al pascolo tutti i giorni, persino a Natale se il tempo lo permette. Hanno una routine fondamentale per il loro benessere.
La giornata comincia alle 6 con la prima mungitura, quindi si porta il latte al caseificio, che attualmente è a Barrea, e poi si esce al pascolo, solitamente intorno alle 9.30. Se è estate si rientra per le 18, se è inverno prima, e si conclude la giornata con un’altra mungitura.

- Per fare un buon pascolo devo uscire con 250 animali e rientrare alla sera con lo stesso numero, sperando che tutti abbiano mangiato, altrimenti non mungo - . Continua - Finora in due anni di pascolo non ho mai perso nemmeno un capo, alla sera quando rientro riconto tutti gli animali e li separo in 4 gruppi, in 4 diversi box. Se non vanno al loro posto, belano - .

L’organizzazione della stalla è fondamentale anche per gestire i gruppi di monta - in questo periodo stiamo facendo ingravidare le capre che partoriranno ad ottobre, mentre quelle che stiamo mungendo ora, saranno ingravidate a settembre per poi partorire a febbraio. Attraverso i gruppi di monta riusciamo ad avere il latte tutto l’anno, quindi un prodotto sempre fresco - .

Quando l’aria inizia a rinfrescare si pascola più vicino all’azienda - a ottobre comincia a piovere, i lupi sono affamati, e si corrono maggiori pericoli, inoltre in quel periodo abbiamo le capre gravide, quindi non conviene farle camminare tanto e stressarle - .

Il tempo incide molto sul pascolo, le abbondanti piogge di quest’anno, in particolare quelle di maggio, hanno causato qualche problema - pascolando tutti i giorni sotto la pioggia può capitare che una capra si infortuni. In questi casi le curiamo con l’omeopatia, non utilizziamo gli antibiotici. Ce n’è una che ha preso un’infezione alla zampa, la sto medicando con verderame e aceto, e per mantenere la ferita pulita utilizzo un sapone neutro - .

Nella gestione del gregge, sono fondamentali i cani “toccatori” ovvero da conduzione, i lupetti abruzzesi, poi per la guardia c’è l’immancabile pastore abruzzese.

Sono 14 i cani che accompagnano quotidianamente Pietro su al pascolo. Due sono sempre piazzati davanti al gregge, appena avvertono un pericolo abbaiano, e le capre subito si stringono e compattano il gruppo. Solitamente il pericolo viene avvertito se da quelle parti è appena passato un lupo, un orso, se c’è un cinghiale o semplicemente un escursionista nei paraggi. - Con 14 cani mi sento protetto e al sicuro, pascolo tutti i giorni in questi luoghi, ormai conosco ogni singola pietra che incontro - .

Nel gregge alcune capre sono dotate di campane, 12 per l’esattezza, ognuna ha un suono differente che Pietro riesce a distinguere. Spiega - la capra davanti a tutte, la leader, ha al collo una determinata campana, al suono riesco a capire dove si trova, se non la sento significa che insieme a lei mancano almeno altre 40 capre. Ormai le conosco bene tutte, ognuna di loro ha un nome. Anche i cani hanno il loro carattere, ci sono cani forti che danno tranquillità al gregge, c’è quello fifone o pigro, quelli che invece si adoperano di più e verificano sempre che nessun animale manchi all’appello. Se mi manca un cane caratterialmente “forte” le capre se ne accorgono e non mi ascoltano, soprattutto se è assente un maschio, se ne approfittano - .

Per la gestione degli animali stanno valutando anche di usare gps e droni - la capra quando pascola deve stare “larga”, ha bisogno di spazio, e in previsione di un gregge più grande, la tecnologia può tornarci utile - .

Al pascolo le capre si nutrono prevalentemente di erbe e foglie, sono selettive nelle loro scelte nutrizionali, ma svolgono al tempo stesso un lavoro incredibile per la prevenzione degli incendi, soprattutto in questi territori delle aree interne, in costante stato di abbandono. Il pascolo è fondamentale per il benessere del territorio.

IN AZIENDA CON ITALIA

Italia Romano
Zooristur

Se Pietro segue gli animali al pascolo e nella mungitura, Italia si occupa della trasformazione del latte crudo in deliziosi formaggi caprini biologici, a pasta dura e molle. Spiega - le capre di razza maltese non sono grandi produttrici di latte in termini di quantità, ma sono considerate tra le migliori per la qualità - .

Il mestiere, Italia, l’ha imparato frequentato corsi dedicati. La pratica l’ha acquisita sul campo, facendo esperienza presso altri caseifici e cimentandosi direttamente in azienda. Le lavorazioni lattiche sono sullo stile francese, e le sperimentazioni sono costanti, come quelle sui prodotti senza fermenti per restituire il più possibile l’essenza di questo territorio con tutti i suoi profumi e sapori.

Per Italia e Pietro è fondamentale il benessere degli animali, essenziale se si vuole produrre latte sano di altissima qualità, con una bassa carica batterica da lavorare a crudo; la tecnologia in questo caso può essere una valida alleata, a cominciare da una moderna sala di mungitura e da un sistema automatizzato di foraggiamento e pulizia della lettiera che è in fase di implementazione. Hanno già presentato al comune di Barrea un progetto per creare una stalla 4.0, dove una sola persona riuscirà a gestire tutto il lavoro grazie al supporto della tecnologia.

- Questo non significa che si vuole sostituire l’essere umano con il robot, ma che si vuole lavorare meglio rispetto al passato, in un settore dove la manodopera scarseggia.
Noi vogliamo cambiare questa tendenza, bisogna far appassionare le persone all’agricoltura, alla ruralità, soprattutto i giovani, perché c’è ancora un retaggio culturale troppo chiuso riguardo il mestiere di agricoltore o di allevatore - .


Secondo Italia è necessario “attualizzare” quello che è tradizionale - il tradizionale è saggezza, ma non deve diventare vecchio, dobbiamo mantenere la tradizione come cultura. Per attualizzazione intendo che non possiamo vivere come trogloditi nel 2023, dobbiamo fare un’agricoltura “attuale”. Non utilizzo l’espressione “moderna” in quanto termine di moda, e questa in quanto tale, passa. Nel 2023 dobbiamo renderci conto che ci sono tanti strumenti che possono aiutarci, è importante saperli scegliere e utilizzare - .

Il formaggio realizzato da Italia è un prodotto “tradizionale”, ma che nella sua realizzazione non può sottrarsi alla contemporaneità - il formaggio lo faccio con la polivalente, non nel “pentolone”, è questo che intendo per “attualizzazione” che non significa “artificiale”. Lo stesso discorso vale per la mungitura, noi utilizziamo la mungitrice, non la facciamo a mano perché l’igiene è fondamentale per lavorare il latte crudo. È anche vero che non dobbiamo estremizzare questi concetti: gli aromi, la tipicità di posto, è fatta di microorganismi, quindi se vogliamo mungere gli animali in un ambiente totalmente sterile, tipo sala operatoria, non va bene, perché andremo a perdere un patrimonio importante ovvero quella che è la caratterizzazione del prodotto. Credo che sia importante custodire e tramandare quelli che sono dei valori antichi, ma è importante farlo nel contesto attuale - .

Il caseificio aziendale con annesso punto vendita è a Barrea, è una soluzione temporanea in attesa di un laboratorio che sarà parte, insieme al punto vendita, di un vero e proprio villaggio rurale che sorgerà nelle immediate vicinanze del caprile 4.0, una struttura tecnologica e in legno con ampie vetrate e una passerella per osservare gli animali.
- Purtroppo stiamo attraversando parecchie vicissitudini con le amministrazioni, i permessi, i bandi. La burocrazia in generale ci sta rallentando molto -.

Il punto vendita sarà un accogliente locale degustazione con divani, tavolini e un camino, mentre le pareti ospiteranno le vetrine frigo con i formaggi.
L’accoglienza turistica avrà ampio spazio attraverso dei lodge in legno e pietra, integrati con il territorio, un resort rurale dove poter esprimere e divulgare il concetto di comunità, a cominciare dalla gestione dell’orto - chi arriverà potrà raccogliere i frutti di coloro che l’hanno seminato in precedenza, quindi a loro volta lo dovranno riseminare per gli ospiti che ci saranno in futuro -.

Zooristur vuole puntare anche sulla fattoria didattica e sulle esperienze, in particolare per i più piccoli - è soprattutto loro che vogliamo sensibilizzare e coinvolgere. L’anno prossimo faremo partire un campus: i bambini verranno a stare qui per una settimana, dormiranno in tenda, verranno al pascolo con noi, ci aiuteranno nella stalla, faranno una giornata al caseificio, si prepareranno la merenda con la nostra ricotta, vivranno una serie di esperienze significative essenziali per avvicinarsi alla ruralità e ai valori semplici -.
Sul fronte esperienze già attive, è stata rodata, e sta avendo un buon seguito, la "giornata da pastore”, nella quale si vivono diversi momenti salienti, come la mungitura, il pascolo, la trasformazione, il pranzo conviviale.

 

[Crediti | Foto di Carmelita Cianci]