Siamo a 480 metri di quota, nel borgo arroccato di Prezza, in Valle Peligna, la terra d’elezione del Montepulciano d’Abruzzo.
È qui che nel 1988, Enzo Pasquale e sua moglie Lucia fondano Praesidium, azienda artigiana che negli anni diventerà uno dei punti di riferimento della viticoltura abruzzese, tra i migliori interpreti del Montepulciano d’Abruzzo.
Il nome Praesidium sta a sottolineare il legame inscindibile tra il vino prodotto e il territorio in cui nasce: è un omaggio all’antico nome latino di Prezza, “Praeesse”, presiedere: in epoca romana il paese fu roccaforte e presidio a difesa del territorio di Corfinio, l’antica capitale dei popoli italici.
Le prime bottiglie recitano sull’etichetta “1988”, ma Enzo Pasquale il vino lo fa già da vent’anni, come ci racconta sua figlia Antonia.
"Mio padre ha cominciato a fare il vino nel ’68. Nell’ottobre di quell’anno venne a mancare mio nonno, quindi lui si ritrovò a gestire da solo la vendemmia. Da quel momento ha iniziato ad occuparsi a tempo pieno delle vigne di famiglia, circa due ettari, che un tempo appartenevano ai suoi nonni. In quel periodo il vino lo vendeva sfuso e produceva solo il Montepulciano d’Abruzzo; il Cerasuolo arriverà più tardi, alla fine degli anni ’80, dopo la nascita dell’azienda."
Il punto di partenza per Enzo e Lucia è il confronto con i contadini locali, un insegnamento inestimabile. Poi nei primi anni ’80, la coppia viaggia, soprattutto in Piemonte e Toscana, per documentarsi e ampliare l’orizzonte enoico.
L’approccio in vigna inizia a cambiare, si dirada e pota a corto, riducendo la quantità a favore della qualità, per il resto si continua a lavorare solo con fertilizzanti naturali (la chimica non è contemplata in nessuna forma, né in vigna, né in cantina) e nel 1988 arriva la prima vendemmia destinata all’imbottigliamento.
Negli anni della quantità, dell’industria e dello scandalo del metanolo, Praesidium continua a fare quello che Mario Soldati definiva “vino genuino”, merce rara quarant’anni fa.