di: Carmelita Cianci

Fontefico, vino e accoglienza sul Golfo di Vasto


Intervista ai fratelli Altieri

Nelle immediate vicinanze del mare Adriatico, siamo sul Golfo di Vasto, l’azienda agricola Fontefico guidata dai fratelli Altieri, vinifica dal 2006 vitigni autoctoni del territorio come Montepulciano, Trebbiano Abruzzese e Pecorino. Gli ettari vitati sono 15 e 50.000 le bottiglie prodotte annualmente. In vigna si pratica l’agricoltura biologica, mentre in cantina si lavora con le fermentazioni spontanee e si affina in acciaio, legno e cemento.

Sin dalle origini Fontefico si è distinta per un’interessante proposta di esperienze in cantina. Abbiamo incontrato Emanuele e Nicola per conoscere meglio questa realtà del vino incorniciata in un suggestivo scenario paesaggistico, dominato ad ovest dal massiccio della Maiella e a est dalla Riserva Naturale di Punta Aderci. 

Fontefico, vino e accoglienza sul Golfo di Vasto. 
Intervista ai Fratelli Altieri

I fratelli Altieri, Nicola ed Emanuele
Fontefico
I fratelli Altieri
La vendemmia
I vini
In cantina
Il paesaggio
Nella bottaia
I vini
Le esperienze
La vendemmia turistica
I fratelli Altieri
L'azienda agricola

Qual è la storia di Fontefico?
Emanuele - Tutto è iniziato negli anni ’90, nostro padre ha recuperato quello che era un antico podere. Il vino all’epoca era una passione, ci dilettavamo e divertivamo con le prime sperimentazioni e micro-vinificazioni. Poi abbiamo iniziato a crederci, a fare sul serio, e terminati gli studi universitari “ci siamo dati al vino”. Nel 2006 sono arrivate le prime bottiglie etichettate e destinate al mercato - .

Riguardo questo territorio, siamo in Contrada Defenza, mi viene in mente un passaggio di Mario Soldati che nel suo secondo viaggio, quello dell’autunno del 1970, fa tappa a Vasto e visita proprio questi luoghi, storicamente eletti alla viticoltura. Un’importante testimonianza è presente anche nei “Viaggi in Abruzzo” del Frate Serafino Razzi, nel XVI secolo, che descrive il territorio di Vasto, nei pressi della “Penna” (Punta Penna) ricco di uva. Ovviamente non sappiamo quali vitigni fossero presenti all’epoca.
Qual è la vostra vigna più vecchia e quali sono i vostri vitigni di riferimento?

Nicola - Si certo, Soldati va a trovare un certo Roselli, in questa zona è un cognome molto diffuso. Qui la vigna c’è sempre stata, lo sappiamo anche dalla tradizione orale degli anziani del posto. Nell’antichità non c’era il Montepulciano, che si è diffuso dalle aree interne fin sulla costa soltanto nel secondo dopoguerra. Le nostre vigne storiche hanno oltre cinquant’anni, sono di Montepulciano, il sistema di allevamento è quello della pergola abruzzese, che qui chiamiamo “capanna” o “tendone”. Gli impianti più recenti hanno tra i venti e i dieci anni, si tratta di filari di Pecorino, Trebbiano abruzzese e altri appezzamenti di Montepulciano d’Abruzzo - .

La storicità permette di affermare che il territorio da queste parti sia “naturalmente” vocato. Cosa mi dite del terreno e del microclima?E come lavorate in vigna?
Emanuele - I terreni sono argillosi, calcarei e in parte ciottolosi. Il lavoro in vigna rappresenta sicuramente la parte più importante per fare un buon vino, in cantina aspettiamo solo che questo si esprima, senza alcuna forzatura o interventi tecnici invasivi. Nel nostro approccio in vigna prestiamo particolare attenzione all’ambiente e pratichiamo l’agricoltura biologica nutrendo la terra con l’inerbimento spontaneo e il sovescio. Poi il microclima fa il resto: è un’area in cui possiamo beneficiare di venti marini freschi e costanti, che mantengono i nostri vigneti asciutti e sani. Ne risultano vini vigorosi, dal frutto deciso e dall’elevata acidità, predisposti all’invecchiamento.
Dei circa 15 ettari vitati di proprietà, produciamo solo 50.000 bottiglie. La cernita delle uve migliori è scrupolosa, abbiamo scelto una resa ampiamente inferiore alle potenzialità produttive per favorire la qualità. Inoltre il nostro è un vino “integralmente prodotto”, significa che non compriamo uve o vino da altri: quello che vogliamo è semplicemente trasmettere il gusto autentico del nostro territorio. Per questo lavoriamo solo con vitigni autoctoni come il Pecorino, il Trebbiano abruzzese e il Montepulciano - .


A voi come è andata con la peronospora? Quest’anno a livello regionale si parla di un 70% di produzione in meno.
Nicola - Purtroppo l’umidità generata dalle incessanti piogge primaverili ha diffuso a macchia d’olio questo fungo patogeno che aggredisce la vite. Possiamo ritenerci fortunati perché abbiamo limitato i danni, oltre al fortunato microclima, ci ha aiutato sicuramente un importante lavoro di prevenzione e il costante monitoraggio dei vigneti - .

Come nascono i nomi e le etichette dei vostri vini?
Emanuele - Sull’etichetta di ciascun vino c’è un personaggio che rappresenta l’identità della vigna da cui proviene. Così il Pecorino Superiore è “la Canaglia” perché l’uva in questione proviene da un vigneto, la vigna bianca, che nonostante le nostre attenzioni, ha rese bassissime, ma si fa perdonare con un vino superlativo. Il Trebbiano Superiore è il “Portarispetto”, perché questo vitigno ne ha viste tante nel corso della sua storia, sfruttato troppo spesso solo per produrre tanta uva. Tuttavia, raccogliendo i suoi grappoli con amore e rispetto, è capace di raccontare la nostra terra con un fascino speciale. Il Montepulciano d’Abruzzo è la “Cocca di casa”, perché dopo tutto questa resta l’uva prediletta, quella di cui si va più orgogliosi da queste parti.
La particolarità è che in etichetta i singoli personaggi vengono rappresentati in un modo diverso annata dopo annata, per raccontare un aneddoto di quella specifica vendemmia e quindi la storia di Fontefico
- .

Negli ultimi anni vi siete fatti notare anche nell’accoglienza in cantina. Come è iniziato tutto?
Nicola -Tutto inizia con la mia esperienza in Napa Valley, circa vent’anni fa. Ero lì per la mia tesi di laurea, e ricordo di essere rimasto totalmente impressionato da quanto le cantine fossero organizzate nell’accoglienza. Certo, vent’anni fa anche in Italia c’erano distretti del vino strutturati in questo senso. Pensiamo al Chianti in Toscana o le Langhe in Piemonte. Ma in Abruzzo, così come in buona parte del resto d’Italia, fare accoglienza in cantina con visite e degustazioni non era scontato, così come forse non lo è ancora oggi. Noi abbiamo iniziato ad aprire le porte della nostra cantina al pubblico sin dall’inizio, dapprima con visite non troppo strutturate, con una passeggiata in vigna seguita dalla degustazione dei nostri vini. Poi negli anni le esperienze in cantina sono diventate sempre più articolate e oggi proponiamo un’offerta molto variegata con soluzioni originali e personalizzate. 

Quali esperienze si possono fare a Fontefico?
Emanuele - Abbiamo diverse proposte, a cominciare dalla classica degustazione guidata che prevede la visita in cantina e nei vigneti e si conclude con la degustazione e l’abbinamento vino-cibo. C’è poi “lo stile Fontefico” che rende l’esperienza più completa perché la degustazione si svolge durante il pranzo e permette una full immersion nella cucina abruzzese. Un’altra declinazione della nostra accoglienza è la “degustazione verticale” che ripercorre le annate più lontane dei nostri vini: il modo migliore per capire tutte le sfumature del territorio. Si continua con il “corso di cucina tipica”, un’esperienza pensata per approfondire la conoscenza della cultura culinaria locale che vede la partecipazione attiva degli ospiti con la preparazione di alcune ricette. Tra le proposte consolidate c’è la vendemmia turistica dove si partecipa attivamente alla raccolta dell’uva e una serie di attività pensate per le famiglie, perché Fontefico si presta ad accogliere anche i più piccoli: c’è tanto verde e spazio per giocare sui prati mentre i genitori degustano i nostri vini. Proprio per i bambini abbiamo ideato un laboratorio didattico dove raccolgono l’uva, separano i chicchi dai raspi, pigiano, torchiano il mosto, e per finire disegnano l’etichetta da mettere sulla bottiglia del succo d’uva completamente realizzata da loro. Si tratta di un’esperienza che non facciamo solo durante la vendemmia, ma anche nel resto dell’anno quando c’è l’uva da tavola.

Cosa contraddistingue la vostra accoglienza?
Nicola - La nostra cantina è aperta tutto l’anno, facciamo accoglienza sempre. Non è così scontato in Abruzzo. E’ possibile prenotare direttamente sul nostro sito www.fontefico.it alla pagina Esperienze; non c’è un numero minimo per partecipare, anzi al contrario cerchiamo di accogliere un numero limitato di persone per volta, in modo rendere l’esperienza piacevole e autentica. Personalizziamo la visita, in quanto non abbiamo un copione predefinito, è importante capire chi è il nostro interlocutore così da calibrare il nostro racconto: con chi ha già confidenza con il mondo del vino affronteremo temi più tecnici e useremo un registro, con chi lo conosce meno ne useremo un altro. Per noi è fondamentale lasciare quanto più spazio possibile al dialogo che non deve mai essere unidirezionale. 
Nel corso della visita, parte rilevante è il momento della degustazione: l’abbinamento vino-cibo è significativo perché il vino è un complemento importante a tavola. I prodotti e le preparazioni che proponiamo sono esclusivamente locali: ortaggi dal nostro orto biologico, salumi e formaggi di piccoli produttori abruzzesi, mentre i piatti sono quelli della tradizione locale.

 

 

Azienda Agricola Fontefico
Via Defenza, 38 Vasto (CH)
www.fontefico.it
contatti@fontefico.it 

 

 

[Crediti | Foto di Fontefico]

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