di: Marco Signori

Cicerchia di Castelvecchio Calvisio

Tutela del legume nella provincia aquilana

La Cicerchia della specie “Latyrus Sativus” è una tipicità di Castelvecchio Calvisio, nella provincia dell'Aquila.
 

 

LA CICERCHIA DI CASTELVECCHIO CALVISIO

Nonostante sia inserita nei prodotti agroalimentari tradizionali (Pat), anche in Abruzzo la cicerchia è a rischio scomparsa.
Conosciuta sin dalla preistoria e da Greci e Romani, che la chiamavano Latiros i primi e Cicercula i secondi, è stata sempre coltivata per i suoi alti valori nutritivi, essendo ricca di calcio, fosforo e di oligoelementi. I suoi semi si sono conservati nei secoli grazie alle cure dei contadini, ma a causa della crescente industrializzazione, lo spopolamento dei paesi e le difficoltà di coltivazione, dopo gli anni cinquanta dello scorso secolo la cicerchia ha perso la sua importanza economica, e da oltre quarant’anni non viene più riportata nelle statistiche ufficiali. Poco conosciuta rispetto ad altri legumi, anche per la sua difficile reperibilità sul mercato, la cicerchia ha semi di forma irregolare, simili a dei sassolini, dimensioni a metà tra il cece e la lenticchia e un colore che varia dal grigio al marrone chiaro. È una pianta annuale ed ha un ciclo biologico breve, in quanto viene seminata ad aprile e raccolta tra la fine di luglio e agosto. Si conserva secca ed è disponibile, per la vendita, nei mercati contadini o dai pochissimi produttori che, nell’aquilano, portano avanti la tradizione coltivando piccole quantità destinate prevalentemente alla vendita turistica, vista la scarsa richiesta e la poca conoscenza della cicerchia.

 

AREA DI PRODUZIONE

Castelvecchio Calvisio si trova a circa 30 chilometri dall’Aquila, all’interno del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, sorge affacciato sulla valle del fiume Tirino, a 1.067 metri sul livello del mare.

Nel territorio circostante, ricco di ambienti collinari, montani ed alpini, è possibile praticare numerose colture, dalla viticoltura e l’olivicoltura nella fascia climatica più bassa, al grano e l’orzo, ma anche piccole quantità di zafferano, tartufi e legumi di montagna tra cui lenticchie e fagioli, nel fondo valle della fascia montuosa.

IN CUCINA/ABBINAMENTI

In ambito culinario la cicerchia è oggi molto ricercata nell’alta gastronomia locale per la creazione di piatti della cosiddetta cucina povera, contadina. Il suo sapore farinoso e gradevole, è dovuto alla mancanza d’acqua durante la coltivazione. Ottima per la preparazione di zuppe e minestre, può essere servita anche come contorno, insieme ad altri legumi, in purea, e si presta ad accompagnare carne, salsicce o cotechino. Con la preziosa farina ottenuta dalla macinazione dei semi, vengono fatti maltagliati, pappardelle e polenta oppure prodotti da forno con alti valori proteici.

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