“Nel Consorzio ci sono 70 produttori – racconta la presidente Stefania Baldassarre, titolare dell’omonima azienda agricola di Marane di Sulmona – e tra questi i giovani sono sempre più numerosi. Abbiamo una produzione che raggiunge un livello cospicuo; naturalmente ci sono aziende che producono di più, altre meno, in base alle dimensioni che hanno, ma tutti insieme siamo una bella realtà e una bella forza che con orgoglio continua a produrre un’eccellenza del nostro territorio”.
La produzione di questa varietà di aglio è definita da un preciso disciplinare che, spiega la produttrice, “consente la coltivazione solo nei 13 comuni della Valle Peligna, e definisce che vengano rispettate le caratteristiche tipiche dell’aglio rosso di Sulmona con dei controlli annuali che iniziano a partire dal seme, e che vengono fatti sia da tecnici del Consorzio ma anche da tecnici esterni a livello regionale e nazionale”.
Le proprietà antibiotiche e le applicazioni farmaceutiche dell’aglio sono da sempre note e il rosso di Sulmona non fa eccezione, anzi, si distingue da altre varietà: è un aglio ricco di allicina e, essendo un naturale regolatore di pressione, è utilizzato in ambito medicale per realizzare pasticche e, con il suo estratto, gocce e oli essenziali molto profumati.
Ma è nell’utilizzo in cucina che l’aglio rosso di Sulmona, nonostante le sue dimensioni contenute, si fa apprezzare maggiormente: ottimo al naturale o trasformato, ha un aroma intenso che lo distingue da altri e che lo rende molto richiesto anche da chef stellati.
Dopo la raccolta, che avviene tra fine giugno e inizio luglio, in anticipo rispetto ad altri ecotipi, viene pulito, selezionato e suddiviso in base al calibro, per determinarne il valore nella vendita.
Tradizionalmente viene essiccato in scenografiche trecce, composte anticamente da 52 teste d’aglio, una per ogni settimana dell’anno, ma oggi realizzate anche in formati più piccoli.
Otre al tradizionale bulbo spicchiato di colore vinaccia, il rosso di Sulmona ha una particolarità che lo rende unico: ha una fioritura annuale regolare e lo scapo fiorale emerge al centro della pianta nel mese di maggio. Simile agli asparagi, questo viene asportato per consentire la regolare crescita del bulbo sotterraneo ma viene anche venduto fresco o trasformato, considerato il suo sapore di aglio delicato ma piccante.
“Noi utilizziamo anche lo scapo floreale dell’aglio, che ha vari nomi, la famosa zolla, tolla o castratello – aggiunge Stefania Baldassarre, che nella sua azienda gestisce anche un laboratorio dedicato alla trasformazione dell’aglio rosso -. Lo stelo del fiore ha un gusto molto più delicato rispetto all’aglio vero e proprio, ma le proprietà organolettiche sono sempre le stesse. In genere sono utilizzati come contorno o come condimento, ma possono essere anche tagliati a pezzetti e usati per condire un’insalata di pasta o fare una frittata. Noi facciamo anche una crema di zolle, che è perfetta sulla bruschetta”