Che cosa hanno in comune Venezia, l’Abruzzo e le castagne? Apparentemente niente, ma c’è uno spazio, nella regione verde d’Italia, che le unisce in un racconto suggestivo conservato tra storia e leggenda.
Senarica, la repubblica della castagna
Siamo a Senarica, piccola frazione del comune di Crognaleto che a sua volta conta circa 1500 anime e sta incastonato tra le vette del Gran Sasso.
Leggenda vuole che intorno al XIV secolo la Regina Giovanna I D’Angiò, regnante di Napoli, conferisca a Senarica, come riconoscimento per il contributo nel respingere l'invasione dei Visconti, il rango di nobili, l’esenzione dalle tasse e la possibilità di governarsi con proprie leggi e quindi senza sottostare a duchi, marchesi o conti, ma soggetti solo direttamente alla sua corona. Gli abitanti di Senarica, allora piccolo villaggio, avrebbero tanto apprezzato tale autonomia da proclamarsi “baroni di loro stessi” e istituire, una repubblica su modello della più famosa Repubblica di Venezia. Quindi avrebbero stipulato un sodalizio con la Serenissima versandole denari e inviandole uomini in caso di guerra, in cambio di protezione.
Ora, la storia della piccola serenissima non è mai stata provata da fonti storiche, ma gli abitanti di Senarica sono ancora oggi fortemente legati a questa leggenda, tanto che la piazza principale cittadina si chiama Piazza Venezia.
Gli unici che potrebbero davvero raccontarci come sia andata sono i boschi di castagni, un patrimonio verde di circa 70 ettari che racchiude maestosi alberi centenari e che, già attorno al 1500, caratterizzava la zona. Questi alberi "veterani" hanno diametro di circa tre metri e si distinguono in quattro diverse coltivazioni di prodotto: la castagna, il marrone, la castagna non coltivata e il marrone non coltivato.
Una biodiversità castanicola che ancora oggi testimonia, antica e imponente, la ricchezza del territorio e il legame profondo con la sua storia millenaria. Passeggiando su tappeti di foglie lanceolate, all’ombra dei castagni, si può immaginare un tempo lontano in cui un paesello si fece repubblica e, su galee veneziane attraverso il vicino fiume Vomano, inviava denari, legna e frutti del castagno e altre ricchezze della terra.
L'economia di Senarica trovava la sua principale fonte nell'utilizzo del legno proveniente dai castagni, risorsa preziosa che gli abitanti del luogo utilizzavano come combustibile per cucinare e per riscaldarsi durante gli inverni rigidi, ma anche per realizzare mobili. Dei frutti invece, si alimentavano, e ancora oggi le castagne - lu "nzite" in dialetto locale - conservano la loro rilevanza nella gastronomia locale.
Oggi questi frutti dell'autunno sono marginali nella dieta comune, ma testimoniano ancora un passato in cui erano risorsa vitale per la comunità. E ancora oggi i cittadini del posto ricordano la loro "repubblica" e celebrano le loro castagne. Così Senarica, con la sua storia unica e il suo impegno per tramandarla nel futuro, continua a prosperare, trasmettendo il suo patrimonio di memorie, gesti e sapori attraverso generazioni.