Sulla Costa dei Trabocchi vi è un'importante coltivazione di agrumi, in un lembo di terra lungo circa 11 Km e largo poco più di 500 metri, tra Ortona e Fossacesia, in provincia di Chieti.
ORIGINI
Diversi studi testimoniano che intorno al secolo XVII, gli ebrei profughi della penisola iberica, si rifugiarono nel Regno di Napoli portando con loro questi frutti. Da qui il nome che ancora oggi viene usato in dialetto per identificare le succose arance locali, ossia porthualle, Portogallo.
Il commercio delle arance, ha rappresentato una grande risorsa per l’economia locale, facilitato dalla rete ferroviaria locale che consentiva di trasportare gli agrumi in Europa centrale, soprattutto in Germania.
Nel corso degli anni, la facilità di reperire sul mercato agrumi più dolci come quelli della Sicilia e l’industrializzazione della Val Di Sangro, hanno provocato l'abbandono di queste coltivazioni.
COLTIVAZIONE
La coltivazione, in un territorio così particolare, è stata possibile grazie all’intuizione degli antichi “giardinieri” di predisporre delle barriere artigianali per proteggere gli agrumeti dai forti venti invernali, freddi e ricchi di salsedine.
L’elevato tasso di sale rappresenta il nemico numero uno per le coltivazioni sul mare in quanto la salsedine pervade la terra, l’aria e, spesso, anche l’acqua.
Così gli agrumeti vengono predisposti in aree chiuse denominati “giardini”, protetti da piante di alloro, olmi e canne che custodiscono segretamente gli agrumi della Costa dei Trabocchi.
L'ASSOCIAZIONE DI TUTELA
Nel 2008 fu costituita l’Associazione Agrumi della Costa dei Trabocchi con l’obiettivo di ripristinare i giardini e tornare a produrre in sostanziose quantità gli agrumi, promuovendone anche l’uso in cucina.
Grazie all’Associazione, ogni anno nel mese di marzo, si organizza l’evento “La Vianova delle Arance”, revocando il mercatino degli agrumi locali che colorava le strade della Statale 16 fino agli 50/60
CURIOSITA'
- Gabriele D’Annunzio, vissuto a San Vito Chietino nel 1889 per alcuni mesi, amante del territorio e dei suoi frutti, suggerì al fondatore della distilleria pescarese Amedeo Pomilio di produrre un distillato a base di agrumi della Costa dei Trabocchi e di chiamarlo “Aurum”, dal latino Aurum (oro) e Aurantium (arancia).
- Nel “Il Trionfo della Morte” di D'Annunzio si trovano spesso riferimenti agli agrumeti del territorio: “Attraversarono un aranceto odoroso calpestando le zàgare sparse sul terreno”
- La buccia del cetrangolo viene utilizzata per insaporire gli insaccati locali, quali la salsiccia di fegato.
- La vescica utilizzata per la ventricina del vastese, viene lavata e lasciata deodorare in acqua con buccia d’arancio amaro ovvero cetrangolo.