La gallina nera atriana è un’antica razza avicola di cui viene attestata la presenza sul territorio di Atri sin dal periodo romano.
Ne abbiamo testimonianza in diversi scritti di Aristotele, di Plinio il Vecchio e poi più tardi, nella seconda metà del XVII secolo, del naturalista Conrad Gessner.
LA GALLINA NERA ATRIANA
La gallina nera atriana può essere considerata la razza avicola più antica presente in Italia. È un animale frugale e rustico, contraddistinto da un’intensa colorazione nera, con le zampe grigio scure tendenti al marrone verdastro e la cresta rossa.
È minuta e leggera, caratterialmente vivace, può risultare difficile da gestire per via delle caratteristiche ancestrali che ha conservato e la rendono ancora “selvatica”.
Le piace scorrazzare e volare sugli alberi, gode di buona salute, depone le uova quotidianamente e ha un’ottima attitudine alla cova. Le sue uova sono bianche, piccole, profumate e particolarmente gustose: la gallina nera atriana attraverso la sua alimentazione ci restituisce tutta la mineralità del territorio dei calanchi di Atri.
Della gallina nera atriana, narrata e persino coniata sulle antiche monete di Atri, quelle che circolavano tra il IV e il VI secolo a. C. riportavano l’effigie di un gallo, si erano perse le tracce.
Poi nel 2003 la Riserva Naturale Regionale Oasi WWF Calanchi di Atri, inserisce all’interno di un progetto di valorizzazione il recupero di questa antica razza avicola che sembrava essere estinta proprio a causa delle sue caratteristiche peculiari: un animale rustico molto leggero che produce da sempre uova piccole e al quale nel secolo scorso sono state preferite razze più grandi e pesanti.
Il direttore della Riserva, Adriano De Ascentiis, nel 2006 avvia una serie di indagini sul campo e scova diversi esemplari di Atriana custoditi da un anziano contadino nelle campagne tra Atri e Città Sant’Angelo.
Attraverso la donazione delle prime uova da incubare, parte il progetto delle famiglie custodi che con la sottoscrizione di un disciplinare si impegnano nella riproduzione in purezza dell’animale e al rispetto di regole di alimentazione e benessere dello stesso.
Nel 2013 con il coinvolgimento dell’Università degli Studi di Teramo e dell’Università degli Studi di Perugia, viene fatto uno studio per la caratterizzazione genetica su trenta esemplari di Atriana. Nel 2020 la gallina nera viene inserita nell’anagrafe regionale per la biodiversità della Regione Abruzzo e recentemente è stata avviata una nuova ricerca, con l’Università di Torino, allo scopo di potenziare e salvaguardare la specie.
Oggi le famiglie custodi sul territorio sono 12 e custodiscono circa 300 esemplari di gallina nera atriana. Con il supporto del Gal Terre d’Abruzzo è stato costituito un club di prodotto con l’obiettivo di rinvigorire la presenza dell’antica razza atriana, così da scongiurare l’estinzione, e promuovere i prodotti di filiera come le uova.
AREA DI PRODUZIONE
In provincia di Teramo, nel territorio tra il Fiume Vomano a Nord e il Fiume Fino a Sud, la catena del Gran Sasso ad Ovest e il Mare Adriatico ad Est.
IN CUCINA/ABBINAMENTI
Le uova della gallina nera atriana possono essere apprezzate in purgatorio, in camicia, per preparare gustose frittate, pipindune e ove (peperoni fritti e uova), oppure con l’arrivo della primavera cotte al tegamino con i primi asparagi della stagione e una spolverata di pecorino di Atri.
Anche la carne è particolarmente saporita, indicata nella preparazione del brodo per le "Scrippelle 'mbusse".
[Crediti | Foto cover Riserva dei calanchi di Atri - Carmelita Cianci]