di: Marco Signori

Caciofiore aquilano

Irresistibile formaggio con caglio vegetale

Terra di pastori transumanti, l’Abruzzo ha fatto della tradizione casearia un vanto, con una produzione di formaggi di pecora diffusa in tutta la regione con molteplici varietà, ognuna con specifiche caratteristiche che ne determinano il sapore e lo identificano con il luogo di provenienza.

Tra questi c’è un formaggio meno conosciuto dei suoi più illustri parenti, come il pecorino o il canestrato, ma che ha origini altrettanto antiche e una lavorazione legata ai metodi tradizionali. Si tratta del Caciofiore aquilano, un Prodotto agroalimentare tradizionale che è "salito" sull’Arca del Gusto, progetto di Slow Food che segnala prodotti che appartengono alla cultura, alla storia e alle tradizioni di tutto il pianeta che corrono il rischio di scomparire.Considerato un antenato del pecorino romano, le origini del caciofiore sono rintracciabili già dall’epoca degli antichi romani che conoscevano bene la caseificazione con il cardo selvatico, tanto che di questa pratica ne scrisse l’autore latino Lucio Giunio Moderato Columella nel 50 d.C. affermando, nel suo ‘De Re Rustica’ che “conviene coagulare il latte con caglio di agnello o di capretto, quantunque si possa anche rapprendere con il fiore di cardo silvestre o coi semi del cartamo o col latte di fico. In ogni modo il cacio migliore è quello che è stato fatto col minimo possibile di medicamento”.

 

Il caciofiore aquilano

Il Caciofiore è un formaggio a pasta morbida e cremosa, ottenuto da latte ovino, la cui produzione è diffusa in tutto il territorio abruzzese ma, anticamente, legata alla provincia dell’Aquila per una sua particolarità: il caglio utilizzato è estratto dall’infusione di fiori di carciofo selvatico, pianta spontanea che cresce nei pascoli d’altura. È infatti l’unico formaggio il cui caglio si ottiene da una pianta, il Carlina acaulis, che lo rende particolarmente apprezzato anche dai vegetariani, proprio per la sua base vegetale.

Oltre al caglio di carciofo selvatico, gli ingredienti del caciofiore aquilano sono, naturalmente, il latte di pecora, proveniente prevalentemente da pecore di razza gentile di Puglia, sopravissana, comisana, sarda o incroci delle stesse, e lo zafferano che, insieme al cardo, conferisce a questo formaggio un caratteristico colore giallo paglierino.

La preparazione segue ancora le modalità originali, nonostante la produzione sia stata quasi del tutto abbandonata nella zona per quasi 60 anni: il latte intero, crudo, viene filtrato e portato a una temperatura di 36-37 gradi. Dopo aver unito il caglio di carciofo selvatico, per farlo coagulare, viene lasciato riposare per almeno 30 minuti e successivamente si procede a rompere la cagliata in due fasi, la prima più grossolana, la seconda più fine. La massa viene poi estratta manualmente e versata nelle fuscelle che conferiscono la tipica impronta superficiale e le forme cilindriche, di dimensioni piuttosto ridotte (circa 13-15 centimetri di diametro e 7 di spessore), vengono messe su tavoli di legno inclinati, dove rimangono per due giorni e dove perdono il siero rimasto. La salatura viene fatta a secco e dura 24 ore, e poi viene messo a stagionare per circa 40 giorni, ottenendo così un formaggio pronto da gustare.

Il caciofiore è infatti un formaggio da pronto consumo, la cui pasta fresca non presenta occhiature, la crosta è assente nelle brevi stagionature e le forme hanno un peso variabile tra i 500 grammi e il chilo.

Questo formaggio, dal sapore particolare, gradevole e delicato, dolce ma con note acide e leggermente amaro, “è poco conosciuto, anche perché questa lavorazione è stata tralasciata per un lungo periodo. 

Un caciofiore di qualità si ottiene, infatti, con ovini allevati al pascolo per buona parte dell'anno, e alimentati con foraggi provenienti dal territorio o con mangimi di provenienza prevalentemente aziendale ma rispondenti alle norme nazionali e dell'Unione europea.

Area di produzione

Prodotto sulla montagna aquilana, in particolare tra i comuni di Pizzoli e Campotosto.

In cucina/abbinamenti

Ottimo formaggio da tavola, il caciofiore aquilano si consuma fresco o semi-fresco, si presta ad essere abbinato al vino Trebbiano d'Abruzzo ed è ottimo con le gelatine di vino. In cucina viene usato per la preparazione di ricette tipiche abruzzesi: tagliato a pezzi e unito al burro come condimento per la pasta, oppure con le verdure gratinate.

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